GUI Wonderland #1 – La Maestosa Nascita delle Interfacce Grafiche – Xerox Alto e il gioco di Alto Trek


By Blisscast

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Febbraio 20th 2024

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Salve a tutti e benvenuti all’inizio di una nuova ed entusiasmante serie sulla tecnologia, che si propone di raccontare la storia e lo sviluppo dei sistemi operativi grafici nei personal computer, a partire dall’Alto Operating System presente sullo Xerox Alto, fino ad arrivare a quelli moderni. Spero che questi articoli possano suscitare un po’ di curiosità su questi sistemi operativi e aiutarvi ad ampliare i vostri orizzonti al di là di quelli comunemente conosciuti come Windows, Linux e MacOS. Ma ora basta e iniziamo!

Sono sempre stata affascinata dai computer e già in tenera età cercavo di arrampicarmi su sedie e scrivanie per poter vedere mio padre che utilizzava il suo computer con Windows XP, e ne ero così attratta che mio padre diceva sempre che sembrava quasi che “prosciugassi” ogni singolo dettaglio di ciò che accadeva sullo schermo. Inutile dire che il mio fascino per i computer non si è esaurito nel corso degli anni e, come per molti altri argomenti analoghi, mi sono ritrovata ad approfondire la storia e lo sviluppo dei computer, in particolare la parte che secondo me rappresentava meglio l’esperienza complessiva, i sistemi operativi. Pur non avendo studiato programmazione o altro, ho cercato di imparare il più possibile nel tempo, anche se, come potete immaginare, mi mancava ancora la conoscenza dei sistemi meno comuni.

Recentemente, un fortunato incontro su YouTube si è rivelato cruciale per la mia personale ricerca informatica, ovvero il meraviglioso canale chiamato Michael MJD, dove si possono trovare video su una vasta gamma di argomenti legati all’informatica, anche i più oscuri; grazie a quel canale, ho capito subito che c’erano tante meraviglie che andavano oltre le mie conoscenze. Ma, più di ogni altra cosa, la sua serie di video che, posso dire, ha dato vita a questa mia serie di GUI Wonderland è stata la serie Windows Development, in particolare i video su Windows 95 e Windows Longhorn[1]; sono rimasta estremamente incantata da quanto questi sistemi siano cambiati nel corso del tempo, dalle funzionalità provate e poi scartate e da ciò che hanno tratto da altri sistemi operativi o ambienti grafici dell’epoca. Quindi, ho capito che dovevo assolutamente scrivere qualcosa di simile, non solo per i sistemi Windows, ma anche per ogni altro sistema operativo e interfaccia grafica che fosse particolarmente intrigante!

Come potete immaginare, c’è voluto un po’ di tempo per approfondire questi argomenti in modo tale da poterli ricercare e poterne scrivere; temevo di non avere le conoscenze tecniche necessarie per comprendere alcuni passaggi difficili, ma ora le ho, ed è finalmente arrivato il momento!

Oggi, nella prima puntata di questa serie, ci occuperemo quindi di un sistema speciale che ha cercato di fare dell’Interfaccia Grafica Utente la sua base fondamentale, invece di considerarla un semplice accessorio, rivoluzionando così la storia dell’informatica nel suo complesso.

Prima di procedere, permettetemi di farvi una domanda: riuscite a immaginare un’epoca in cui, su un computer, si poteva operare solo con comandi testuali dall’aspetto astratto, invece che con semplici menu, ed era inconsueto l’uso di quel dispositivo così diffuso che chiamiamo mouse? Un’epoca in cui i computer erano più difficili da imparare e ancor più da padroneggiare; un’epoca in cui la buona memoria e la disponibilità di un lungo manuale erano cruciali per l’utilizzo di un computer, e in cui le persone normali ne avevano quasi paura o non erano in grado di utilizzarli nella loro vita quotidiana a causa della loro innata astrattezza. Ora, riuscite a capire quanto influente e innovativa sia stata la creazione delle interfacce grafiche (GUI)? Se oggi la maggior parte di noi è abile con i computer, o almeno è in grado di usarli in modo efficace, è grazie alle GUI facilmente comprensibili nei nostri sistemi.

Tuttavia, vi potreste chiedere: si tratta forse di un traguardo recente o dobbiamo riavvolgere ancora un po’ le lancette dell’orologio per scoprirlo? Ebbene, forse vi sorprenderà sapere che dobbiamo andare molto indietro nel tempo, all’anno 1973, quando fu presentata per la prima volta una macchina speciale…

Prezzo ConsigliatoUS$32,000 nel 1979 (equivalenti a $135,204 nel 2024)
CPUTTL-based. User-programmable microcode. CPU clock di 5.88 MHz.
Memoria96 – 512 KB (si potevano aggiungere 128 KB per 4000 US$)
Display606 × 808 pixel

Si tratta di un personal computer sviluppato dal PARC (Palo Alto Research Center) di Xerox, presentato per la prima volta nel 1973, in un’epoca in cui Xerox significava solo “copia” e IBM era un produttore di PC estremamente importante; tra tutte le sue caratteristiche, quella che probabilmente ha avuto maggiore influenza è il fatto di essere stato costruito appositamente per eseguire un sistema operativo con interfaccia grafica, l’Alto Operating System, in un’epoca in cui una cosa del genere era inaudita. Sfortunatamente, non era possibile acquistarlo, in quanto non era un prodotto commerciale[2], anche se era comunque ampiamente utilizzato al PARC stesso e in altre strutture come la Casa Bianca, la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, l’Università di Stanford e così via; nonostante la scarsa diffusione, Xerox ne produsse comunque approssimativamente 2000 unità.

Con lo Xerox Alto, si voleva realizzare qualcosa chiamato “l’ufficio del futuro“, a prescindere da quanto tempo sarebbe stato necessario, e per questo serviva un dispositivo personale abbastanza piccolo da poter essere usato in ufficio, ma capace di svolgere molte attività complesse nonostante le dimensioni ridotte; ma soprattutto, oltre a queste caratteristiche, la macchina doveva essere interattiva[3] e abbastanza facile da imparare per chiunque, anche per gli utenti meno esperti. Per realizzare questo sogno, il PARC si ispirò a progetti già esistenti che stavano esplorando queste possibilità, come il programma di ricerca NLS (oN-Line System) avviato presso lo Stanford Research Institute. L’SRI suggerì l’uso di un display raster[4] CRT, e l’NLS fu il primo sistema a impiegare un mouse, collegamenti ipertestuali, schermate a finestre e molti altri concetti che oggi diamo per scontati nell’informatica.

Mouse

Uno dei vari aspetti che Xerox prese dall’NLS è il mouse, che dovette essere concesso in licenza nel 1971 dallo stesso SRI affinché Xerox potesse utilizzarlo nei suoi sistemi; anche se non era così diverso da quello che noi oggi definiamo mouse, l’incarnazione per lo Xerox Alto era comunque abbastanza differente, in quanto non era altro che un dispositivo a forma di scatola rettangolare con tre grandi pulsanti neri interconnessi, particolarmente spessi e rettangolari.

Per farlo funzionare, all’inizio si utilizzavano due ruote perpendicolari per tracciare il movimento; dopo qualche tempo, furono rapidamente sostituite da versioni più avanzate con metodi di tracciamento migliori. Queste nuove edizioni, come molti mouse d’epoca, registravano il movimento grazie a una sfera d’acciaio posta nella parte inferiore, che a quanto pare causava non pochi problemi; infatti, secondo un certo Geoff Thompson (che lavorò al PARC dal 1972 al 1981), raccoglievano sporco, si intasavano e smettevano di tracciare il movimento, per cui gli sviluppatori lasciavano spesso il loro mouse guasto in una scatola specifica e ne recuperavano uno funzionante in cambio. In seguito, Xerox iniziò a utilizzare mouse ottici, che non erano soggetti a questo tipo di problemi.

Anche se l’aspetto era un po’ strano, la logica di fondo di questo mouse Xerox era incredibilmente simile a quella dei mouse odierni: si selezionava con il pulsante più a sinistra e si richiamava un menu contestuale con il pulsante più a destra; invece, il pulsante centrale offriva ancora più opzioni tra cui scegliere, a differenza dei mouse moderni dove, se esiste un pulsante equivalente, di solito ha altri scopi.

E se invece aveste voluto utilizzare il computer senza l’ausilio di mouse o tastiera? Allora sareste stati contenti, perché gli utenti dello Xerox Alto potevano optare per una speciale tastiera ad accordi, l’Alto Keyset, che assomigliava a una piccola tastiera di pianoforte con 5 tasti; sfortunatamente, non divenne mai molto diffusa, in quanto gli utenti preferivano usare il mouse.

Aspetto

Un altro elemento che oggi sembrerebbe bizzarro, ma che all’epoca era impressionante, è la sua dimensione complessiva, in quanto era alloggiato in un mobile relativamente piccolo, sopra il quale si potevano facilmente collocare il monitor CRT in bianco e nero, il mouse e la tastiera staccabile; la cosa ancora più strana, però, è il fatto che l’orientamento dello schermo era verticale e non orizzontale. Se ci pensate, non è troppo assurdo, perché si trattava di una macchina destinata a lavorare su documenti e relazioni, e tale documentazione viene solitamente stampata su carta orientata in verticale; per questo stesso motivo, lo schermo visualizzava il testo in nero su sfondo bianco, per essere più simile ai documenti reali che si trovano negli uffici, oltre che per essere più confortevole da leggere.

Un fatto che ho trovato sorprendente è che la tastiera dell’Alto riconosceva la pressione di più tasti alla volta e, a seconda di quali si premevano contemporaneamente, si potevano avviare i diversi sistemi operativi presenti sul disco rigido; a quanto pare, però, qualche sviluppatore ha un po’ esagerato con i tasti richiesti, dando vita al cosiddetto “nose boot” (avvio con il naso), che si verificava quando l’utente finiva le dita per tenere premuti tutti i tasti contemporaneamente e doveva affidarsi ad altre parti del corpo, come appunto il naso. Anche se doveva essere piuttosto esilarante da vedere, il problema fu poi risolto da un programma che permetteva di sovrascrivere la sequenza di tasti necessaria.

Capacità di networking?!

Sorprendentemente, gli Alto erano dotati di funzionalità di networking e potevano utilizzare la rete Ethernet (anch’essa inventata da Xerox) per comunicare tra loro; inoltre, era possibile collegare alla rete stampanti e file server e l’Alto aveva persino programmi di posta elettronica (Laurel and Hardy) che funzionavano tramite la rete Ethernet! Inoltre, se volevate essere meno produttivi, potevate sfidare tutti i membri della vostra stessa rete a un’avvincente partita di Alto Trek (ne parleremo più avanti).

Tuttavia, prima di iniziare la vostra meritata partita ad Alto Trek, dovevate considerare una cosa per configurare la vostra rete: come avreste potuto distinguere correttamente tutti i vari Alto collegati insieme sulla stessa rete? Per fare ciò, potevate scegliere tra due opzioni; ad esempio, potevate assegnare un indirizzo Ethernet univoco a ciascun Alto, qualcosa di simile a “50#100”, che sarebbe stato semplice da ideare, ma sicuramente difficile da ricordare. Quindi, che ne dite di un’opzione più “memorabile”? Fortunatamente per gli utenti degli Alto, è stato possibile assegnare un vero e proprio nome a ogni macchina e, di conseguenza, dimenticarsi del criptico indirizzo Ethernet; sembra che i proprietari di queste macchine si siano divertiti così tanto a inventare nomi che hanno deciso di seguire un tema diverso per ogni luogo in cui venivano utilizzati gli Alto. Ad esempio, quelli di Stanford si ispiravano ai fiumi e alle montagne dei parchi nazionali della California, mentre quelli di Xerox portavano il nome di personaggi famosi.

Tuttavia, cosa succedeva se si voleva fare qualcosa che andasse oltre le capacità del singolo Altos e che avesse bisogno di altre funzioni, come ad esempio una stampante? All’epoca era possibile condividere una stampante in rete? Come ci si poteva aspettare, era possibile, e gli utenti degli Alto conoscevano la comodità di inviare un file a una stampante nella stanza accanto e vederselo poi consegnare da qualcuno, in un’epoca in cui una cosa del genere era davvero straordinaria. Ma non è tutto! Un’altra funzione di cui gli utenti di Alto potevano usufruire era il File Server, in cui potevano archiviare i file troppo grandi per essere inseriti nell’Alto personale o che servivano raramente, e accedervi liberamente da qualsiasi macchina volessero; come si vede, Xerox Alto non era certo innovativo solo per la sua interfaccia grafica, e chiunque abbia avuto la possibilità di usarlo all’epoca deve averlo trovato incredibile e, senza dubbio, decisamente comodo.

Software

È giunto il momento di menzionare tutte le caratteristiche eccezionali di questa macchina dal punto di vista del software! Innanzitutto, il suo sistema operativo era costituito da programmi GUI, a partire dal suo file manager, chiamato Alto Neptune; per controllare questo programma, si aveva la possibilità di utilizzare sia il mouse (ogni pulsante aveva una funzione specifica, come “Copia”, “Rinomina” o “Cancella”) sia alcuni pulsanti grafici sullo schermo, anche se il programma era ancora lontano da quello a cui siamo abituati oggi, a causa della mancanza di icone e immagini. D’altra parte, una delle caratteristiche simili ai nostri file system odierni è la possibilità di assegnare ai file nomi più lunghi; per alcuni utenti potrebbe sembrare assurdo, ma molti sistemi dell’epoca limitavano i caratteri che potevano essere inseriti in un nome di file a sei o otto caratteri con un’estensione di tre caratteri, per cui sono certa che comprenderete i problemi di una simile limitazione. Al contrario, il file system Alto consentiva di inserire fino a trentanove caratteri nel nome di un file (più i caratteri di punteggiatura +-.!$ , ma senza spazi vuoti) e consentiva anche estensioni più lunghe; inoltre, si potevano usare finalmente caratteri minuscoli nei nomi dei file, il che aumentava di molto la leggibilità.

Potremmo dire che in teoria tutto questo è fantastico, ma in pratica lo è un po’ meno: visti i lunghi nomi che si potevano assegnare ai file, sarebbe stato difficile digitare completamente il nome di un file nella riga di comando per utilizzarlo, quindi in che modo si poteva risolvere il problema? Fortunatamente, esistevano alcuni trucchi speciali per far sì che l’Alto finisse di digitare i nomi dei file al posto vostro; infatti, se si digitava un numero di caratteri sufficiente a far sì che l’Alto sapesse con certezza quale file si voleva, e poi si premeva Escape, l’Alto avrebbe compilato il resto del nome del file per voi. Inoltre, c’era anche una scorciatoia per quando non si volevano digitare tutti i caratteri necessari per il metodo precedentemente menzionato; per usarla, bastava aggiungere un punto interrogativo dopo quello che si digitava, e l’Alto mostrava tutti i file che corrispondevano a quello che si era scritto. L’aspetto eccezionale di questo ambiente era che si aveva a disposizione qualcosa di simile anche per i file memorizzati sulla rete locale, in modo da non dover rinunciare alla comodità nell’accedere ai file non presenti sul proprio Alto personale.

Qualche programma

Ora che abbiamo visto come gestiva i singoli file, che dire dei suoi programmi? Oltre al file manager, Alto aveva diversi programmi disponibili, ognuno con la propria interfaccia grafica, in modo da poterli controllare con il mouse; la particolarità di tutti questi programmi è che seguivano un’idea chiamata WYSIWYG (What You See Is What You Get), il che significa che ogni opzione doveva essere visualizzata sullo schermo, prontamente disponibile all’utente, e non potevano esserci sorprese o comandi nascosti. Non c’era quindi bisogno di ricordare i comandi, dato che si sapeva dove erano posizionati sullo schermo, proprio come la maggior parte dei programmi che usiamo oggi. Inoltre, potevano essere aperti in più finestre insieme ad altri programmi diversi, per le vostre esigenze di multitasking!

Uno dei software più importanti per l’Alto si chiamava Bravo, il primo editor di documenti WYSIWYG, sviluppato da Butler Lampson, Charles Simonyi, e i loro colleghi; sfruttando lo schermo orientato in verticale, era possibile visualizzare i documenti esattamente come sarebbero stati quando stampati[5], con una discreta quantità di font e opzioni di formattazione del testo tra cui scegliere. Inoltre, se necessario, era possibile aprire più di un file alla volta, ciascuno in una finestra separata! A differenza di altri programmi di questo sistema, alcuni comandi richiedevano l’uso della tastiera o potevano essere eseguiti sia con il mouse che con la tastiera; un esempio è l’aggiunta o l’eliminazione di parole all’interno di un paragrafo, in quanto bastava puntare il mouse sul punto esatto da modificare e poi usare la tastiera per i comandi desiderati.

Sebbene questa facilità di editing sembri certamente comoda, cosa succederebbe se si commettesse un errore e ci si accorgesse solo in seguito, o se non si sapesse come annullare una modifica recente? Fortunatamente Bravo ricordava tutte le modifiche apportate e poteva annullarle se necessario, proprio come i word processor che usiamo oggi.

Ora che sappiamo come funziona Bravo, permettetemi di rivelarvi una cosa sorprendente: qualche tempo dopo la sua introduzione, Bravo è stato riscritto da alcuni individui del PARC, diventando così BravoX. Quello che probabilmente non immaginate è che uno dei responsabili, Charles Simonyi, è poi entrato in Microsoft e ha guidato lo sviluppo di Microsoft Word, che quindi può essere considerato un discendente diretto di BravoX! Con questa rivelazione, scommetto che riuscirete a capire quante cose che oggi diamo per scontate provengono da questo stesso Xerox Alto e perché è un sistema così affascinante, vero?

Proseguendo, possiamo anche dare un’occhiata al programma di disegno dell’Alto, chiamato semplicemente Draw; analogamente a Bravo, anch’esso visualizzava tutti i suoi comandi sullo schermo e aveva un layout a quattro sezioni che permetteva di separare ciò che si stava disegnando dai comandi disponibili e dai messaggi visualizzati dal programma. A differenza di quanto immaginiamo, in Draw si segnavano dei punti sulla tela con il mouse e il programma tracciava matematicamente le forme corrispondenti. Tuttavia, cosa succedeva se si doveva spostare una forma sullo schermo? A differenza di programmi come Paint per Windows, ogni forma veniva trattata come un oggetto diverso e poteva essere selezionata singolarmente e poi spostata; questo valeva anche per altre azioni come la rotazione, il rimpicciolimento o la duplicazione di una forma, quindi sembra che fosse un programma alquanto comodo da usare.

Smalltalk, un ambiente GUI

Uno dei software più impressionanti che potevano essere eseguiti sull’Alto, tuttavia, si chiamava Smalltalk; si trattava di un linguaggio di programmazione interattivo basato sugli oggetti e dotato di un ambiente GUI, con i suoi menu pop-up, le finestre e alcune piccole immagini che in seguito furono ribattezzate “icone”. Smalltalk riuscì a mostrare quanto fossero potenti tutte le caratteristiche appena inventate al PARC, come il multitasking e l’uso del mouse, e segnò un momento in cui i computer cominciarono finalmente a diventare facili da imparare; infatti, il primo grande programma scritto in Smalltalk, Pygmalion (che in realtà era un progetto di tesi di dottorato di un certo David Smith), voleva mostrare proprio questo, e suggeriva che si sarebbe potuto programmare con metodi diversi dall’immissione di testo. Inoltre, voleva mostrare un’altra caratteristica notevole che avrebbe aiutato la programmazione: sareste stati in grado di mostrare al computer cosa fare e lui avrebbe ricordato e riprodotto le vostre azioni. Infine, Pygmalion offriva anche altri suggerimenti, come l’uso delle icone, quindi direi che si trattava di una tesi estremamente eccezionale! Dopo aver lavorato a questo progetto, Smith si dedicò al già citato progetto NLS e infine si unì allo sviluppo dello Xerox Star, il successore dell’Alto.

Oltre a rivoluzionare le interfacce grafiche, Smalltalk ha un altro merito: infatti, quando Steve Jobs visitò il PARC durante lo sviluppo dell’Apple Lisa, vide proprio questo software in funzione, presentato da Larry Tesler (che lavorò su Smalltalk e Gypsy, il successore di Bravo) e pensò che avrebbe innegabilmente cambiato il mondo dell’informatica per sempre (il che è decisamente vero). In seguito, decise di implementare alcune delle caratteristiche di Smalltalk nell’Apple Lisa; ma questo sarà oggetto di una prossima puntata di questa serie.

Dopo l’Alto

Anche se l’Alto finì per non essere commercializzato, servì comunque come base per i progetti successivi di Xerox; un’altra sezione di Xerox, l’SDD, sviluppò infatti la serie di workstation Star, con sistemi come il 8010, seguito da una versione più economica con il nome di 6085 Office System. Queste ultime vennero effettivamente commercializzate, consentendo così a un maggior numero di utenti di utilizzare tutte le innovazioni introdotte dall’Alto; tuttavia, era ormai troppo tardi, poiché Apple era già riuscita a commercializzare tali innovazioni non molto tempo dopo aver visto Smalltalk in azione (ripercorreremo questi eventi con maggiori dettagli in una prossima puntata, e vedremo com’era lo Xerox Star). Questo portò Xerox ad abbandonare il mercato delle workstation, rinunciando a qualcosa in cui avrebbe potuto essere incredibilmente abile; chissà cosa sarebbe potuto accadere se Xerox fosse riuscita a rendere famosi i suoi sistemi?

Immagino che tutto ciò che possiamo fare ora sia ricordare queste macchine e questi progetti e diffondere la consapevolezza del loro eccezionale potenziale e delle loro innovazioni; infatti, sapevate che lo sviluppatore di Smalltalk, Alan Kay, ha usato alcune delle sue ricerche che hanno poi portato a Smalltalk come base per un computer simile a un “notebook”, chiamato Dynabook? Peccato che la tecnologia necessaria per costruirlo non fosse disponibile all’epoca, e di conseguenza quell’idea divenne l’Alto stesso. Tuttavia, è davvero impressionante vedere quanti progetti siano nati sia dall’Alto che attorno ad esso, e mi piacerebbe molto parlarne in futuro (sarete felici di sapere che alcune delle macchine ispirate all’Alto, quelle di Sun Microsystem, saranno sicuramente trattate in un prossimo episodio di questa serie).

Ora che sapete cos’è uno Xerox Alto, se volete vedere con i vostri occhi una di queste leggende, potete visitare il Computer History Museum di Mountain View, in California, o il Computer Museum of America di Roswell, in Georgia. Tuttavia, se volete vederne uno effettivamente funzionante, dovrete recarvi al System Source Computer Museum di Hunt Valley, nel Maryland, perché è l’unico posto che ho trovato dove è possibile vedere gli Alto in funzione… almeno finché durano. D’altra parte, se siete semplicemente curiosi di leggere il suo codice, sarete contenti di sapere che sia il codice sorgente che altre risorse sono disponibili in formato digitale presso il Computer History Museum.

Infine, potete consultare la sezione Approfondimenti alla fine di questo articolo!

… Ma aspettate, non lasciate ancora questa pagina, perché è finalmente arrivato il momento di videogiocare! Possiamo giocare sull’Alto? Riusciremo a sfruttare le sue capacità di networking?

MazeWar

Il primo gioco su Alto che citeremo rapidamente si chiama MazeWar; non è stato originariamente rilasciato per questo computer, ma è invece un porting da un altro sistema chiamato Imlac, che presentava un’intrigante grafica vettoriale. La particolarità di questo titolo è che, proprio come Alto Trek, era multiplayer e poteva essere giocato contro persone che si trovavano sulla stessa rete; fortunatamente per gli indaffarati ricercatori del PARC, era facile entrare e uscire dal gioco senza disturbare nessuno, poiché ogni istanza del gioco girava su ogni Alto in modo indipendente e si connetteva alla rete solo quando doveva scambiare dati con altri giocatori (quindi, per esempio, la persona che iniziava la partita, l’host, poteva uscire in qualsiasi momento e la partita di MazeWar sarebbe semplicemente continuata).

Anche se non mi dispiacerebbe provare questo gioco, che sembra incredibile per l’epoca, quello che mi piacerebbe di più provare è il seguente, l’impressionante e complesso…

Alto Trek

Si tratta di un gioco RTS di simulazione spaziale sviluppato dagli studenti universitari Gene Ball e Rick Rashid, pubblicato nel 1978; proprio come MazeWar, Alto Trek è un gioco multiplayer in rete, uno dei primissimi del suo genere. Ma come si giocava esattamente?

Ogni computer pilotava la propria astronave in un’enorme galassia e il giocatore poteva volare liberamente, teletrasportarsi in altri sistemi stellari, distruggere i propri nemici e creare e conquistare basi; anche se tecnicamente c’era un’opzione per giocatore singolo, il titolo era destinato a essere giocato in multiplayer, altrimenti non ci sarebbero stati nemici sulla mappa. Per vincere una partita di Alto Trek, si avevano due possibilità: o distruggere tutti gli avversari e le loro basi senza essere distrutti per primi, o diventare una cosa chiamata “Padrone dell’Universo” (che comporta la creazione di una base in ogni sistema stellare di una galassia). Nel caso in cui si riuscisse in quest’ultima impresa, il gioco ci ricompenserebbe con alcune battute interessanti, come “Signore di Tutta la Creazione” e, come rivela la guida, “altre cose in grado di accrescere l’ego adeguatamente“.

A parte l’umorismo della guida, una cosa che mi ha sorpreso di questo gioco è la sua profondità e complessità; innanzitutto, si potevano scegliere tre tipi di astronavi, ognuna delle quali aveva i suoi vantaggi e svantaggi, con i Terran che erano i più equilibrati dei tre. Inoltre, il gioco non vi lasciava soli nel capire lo stato della vostra nave o cose del genere, poiché lo schermo era ordinatamente diviso in riquadri che ospitavano varie funzioni come mappe, schermate di stato dettagliate insieme ad alcuni pulsanti sullo schermo e, cosa incredibile, una chat per inviare brevi messaggi a tutti gli altri giocatori! Come suggerisce la guida ufficiale, però, non è sempre una buona idea inviare un messaggio, perché il tipo di nave, la posizione e le iniziali del vostro nome saranno trasmessi insieme ad esso e, come conseguenza del vostro messaggio, i vostri avversari potrebbero… voler venire a prendervi. 🙂

Un’altra cosa piuttosto affascinante e brillante allo stesso tempo è la stessa “guida strategica ufficiale” (quella ironica di cui abbiamo parlato prima), che non solo descrive in dettaglio le complesse regole e caratteristiche di questo gioco, ma ne descrive anche i bug, o “caratteristiche”, come li chiama l’autore della nostra fidata guida (per citarne uno dei migliori: “A causa di una “caratteristica” del programma, alcune basi non sono eliminabili”). Nel caso in cui una parte di questa citazione vi risulti familiare, forse avrete visto un meme che descrive i glitch con “it’s not a bug, it’s a feature” (non è un bug, è una caratteristica), spesso usato per scherzare su vari esilaranti bug che dovrebbero essere risolti.

Bug a parte, avrete sicuramente notato che si trattava di un gioco incredibile per lo Xerox Alto, soprattutto se ricordate che non era destinato a essere venduto nei negozi; è un peccato che non sia più possibile giocarci, a meno che non si trovino più Alto funzionanti e li si colleghi tutti via Ethernet. Mi chiedo se esista un modo per emulare tutto questo tramite il MAME, anche se ne dubito[6]. Fortunatamente per noi e per chiunque voglia provare qualcosa di simile, sarete felici di sapere che nel 1997 questo gioco è stato riproposto dallo stesso Rick Rashid su Microsoft Windows, ed è diventato Microsoft Allegiance. Chissà, potrei parlarne qui e vedere quanto è simile ad Alto Trek!

Se siete ancora curiosi di conoscere questo gioco, vi consiglio di leggere la famosa guida di cui abbiamo parlato tante volte; potete trovarla qui o sfogliare la sezione Approfondimenti qui sotto!

Dato che fino a non molto tempo fa non sapevo dell’esistenza di questo computer, è stato estremamente sorprendente scoprire tutto ciò che ha fatto per la storia dell’informatica; pensare che tante funzioni che diamo per scontate sono in realtà nate proprio dall’Alto! Spero che anche voi abbiate trovato tutto questo intrigante.

Detto questo, spero che abbiate gradito la lettura di questo articolo e spero che non vediate l’ora di proseguire il nostro magnifico viaggio in GUI Wonderland con il prossimo episodio, in cui parleremo dello Xerox Star e dell’Apple Lisa!


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References


  1. Wikipedia: Xerox Alto – https://en.wikipedia.org/wiki/Xerox_Alto 
  2. Wikipedia: Alto Trek – https://en.wikipedia.org/wiki/Alto_Trek 
  3. Wikipedia: History of the graphical user interface – https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_the_graphical_user_interface  

Xerox Alto

  1. ToastyTech: Xerox Alto – https://web.archive.org/web/20231209043414/http://toastytech.com/guis/alto.html 
  2. DigiBarn: Xerox Alto Operating System And Alto Applications – https://web.archive.org/web/20230704110611/https://www.digibarn.com/collections/software/alto/index.html 
  3. Pc Museum: Xerox Alto computer – https://web.archive.org/web/20240104164030/https://pcmuseum.tripod.com/alto.html 
  4. Netclique: The Xerox Mouse – https://web.archive.org/web/20100810061459/http://www.netclique.net/oldmouse/mouse/xerox/alto.shtml  
  5. YouTube: Xerox Alto Restoration Part 17 – Xerox Alto Demo https://youtu.be/9H79_kKzmFs?si=0ZTqcB5emQMx54uO 
  6. Spies: The Alto Archive – http://web.archive.org/web/20030605134216/http://www.spies.com/~aek/alto/index.html 
  7. History Computer: Xerox Alto Complete History – https://web.archive.org/web/20201205082025/https://history-computer.com/ModernComputer/Personal/Alto.html 
  8. GUIdebook: The Xerox Alto Computer – https://web.archive.org/web/20240106151251/https://guidebookgallery.org/articles/thexeroxaltocomputer
  9. Wikipedia: NLS (computer system) – https://en.wikipedia.org/wiki/NLS_(computer_system)
  10. Fumbling the Future: How Xerox Invented, Then Ignored, the First Personal Computer by Douglas K. Smith, Robert C. Alexander – 1988 William Morrow & Co – ISBN 9780688095116

Foto

  1. Xerox Alto – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fcdn.arstechnica.net%2Fwp-content%2Fuploads%2F2016%2F06%2F11400989606_a7964d27bb_k-980×653.jpg&f=1&nofb=1&ipt=fff116fb936575e94e59bd7737db8e21b5434e33a72c9d7152f7ed657b644edd&ipo=images
  2. Xerox Alto – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Flh3.googleusercontent.com%2F-XdAjeYH_HpE%2FV2DY0-N-JdI%2FAAAAAAAA3mI%2Flai6HE5jHV8ghxBxUcogcjdZsKyv6MirQCHM%2Fs9999%2Falto.jpg&f=1&nofb=1&ipt=ffff3cfd7d6cda93c698b10fdc50f8ef9715188a1412550adca2b2e6648afd5d&ipo=images 
  3. Xerox Alto – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=http%3A%2F%2Fvintagecomputer.net%2Fvcfmw-ECCC_2010%2FXerox_Alto-II-XM%2FXerox_AltoII.JPG&f=1&nofb=1&ipt=1b13f230c2fe879ff2e597a1c720428c216ffee06f8b1fa1e4d5722eaa07148b&ipo=images
  4. Xerox Alto – https://nat.museum-digital.de/data/owl/images/201410/20103258906.jpg 
  5. Xerox Alto Ethernet – https://lh3.googleusercontent.com/-712b_d9p27I/WlUGXmoQFQI/AAAAAAABIFY/O6EvBz43QdIGHsLDwRGEv6u6-hj8ICnWACHMYBhgL/w9999/inside-transceiver.jpg 
  6. Bravo and Draw https://cdn.arstechnica.net/wp-content/uploads/2016/06/bravo.alto-copy.jpg 
  7. Xerox Star – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fwww.neoteo.com%2Fwp-content%2Fuploads%2F2013%2F07%2FCE45-758×733.jpg&f=1&nofb=1&ipt=22b0f80a8b08d5ebc61a96e8e2ed430c6a6597771bd25ecd33a6ecaa95bc6fea&ipo=images 
  8. System Source Computer Museum in Hunt Valley, Maryland By Bobroswell – Own work, CC BY-SA 4.0 – https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=112518480https://en.wikipedia.org/wiki/System_Source_Computer_Museum#/media/File:System_Source_Museum_wide.png
  9. Windows 95 – https://www.youtube.com/watch?v=sz5pE2muRWI
  10. Windows Longhorn – https://www.youtube.com/watch?v=lkX3ehgTsFE
  11. IRIX – https://www.solvusoft.com/file-extensions/images/software/large/2818_irix.png

Note

  1. Un progetto che avrebbe dovuto essere Windows Vista, anche se, a un certo punto dello sviluppo, si è deciso di eliminare il codice esistente e ripartire da zero, lasciando inutilizzate molte delle funzionalità presenti. 
  2. Anche se non è stato commercializzato, l’Alto è stato effettivamente il primo personal computer a ricevere uno spot pubblicitario, nel 1979; in esso si vede Bill, un simpatico dirigente di mezza età, che svolge le sue attività quotidiane grazie a Fred, il suo Alto, e si vedono varie delle incredibili funzioni di cui disponeva la macchina, come le stampanti in rete e la possibilità di inviare file ad altri Alto sullo stesso network, tra le altre.
  3. La gente sognava che i computer fossero interattivi perché, all’epoca, funzionavano tutti in elaborazione batch; ciò significava che si scriveva il codice su nastri di carta speciali, che venivano poi fatti passare attraverso una stampante, corretti e infine consegnati agli addetti specializzati. Questi ultimi fissavano un orario specifico per restituirvi i risultati, ed era molto probabile che li aveste ricevuti diversi giorni dopo aver scritto il codice. Se vi sembra una follia, non preoccupatevi: perché anche loro la pensavano così.
  4. All’epoca, l’uso di schermi raster in un personal computer era piuttosto costoso, anche se le altre tecnologie disponibili, come i display vettoriali (o calligrafici), non erano abbastanza veloci per riprodurre tutte le lettere e i simboli presenti in un documento. Per questo motivo, si dovette trovare un modo più economico per utilizzare comunque un display raster.
  5. Prima dell’invenzione di Bravo, per formattare dei testi bisognava aggiungere del codice speciale tra una parola e l’altra, per cui quello che si vedeva sullo schermo finiva per essere diverso da quello che si sarebbe ottenuto sulla carta. In seguito, si dava il codice in pasto a un particolare programma chiamato “compilatore di documenti” e si vedeva finalmente il risultato finale.
  6. Ho visto che esiste un modo per emulare una revisione dell’Alto, l’Alto II, ma non ho idea se sia possibile giocare ad Alto Trek in rete.

Approfondimenti


  1. Archive.org: xerox alto games: trek21 – https://archive.org/details/bitsavers_xeroxaltog_698052
  2. Archive.org: Alto User’s Handbook –  https://archive.org/details/alto-users-handbook 
  3. Computer History: Xerox Alto source code – https://xeroxalto.computerhistory.org/xerox_alto_file_system_archive.html
  4. Pygmalion, a Creative Programming Environment – https://apps.dtic.mil/sti/pdfs/ADA016811.pdf
  5. Archive.org: Xerox Alto Memo Why – https://archive.org/download/applelisadocsandmedia_dtc/APPLE%20SYSTEM%20INFO%20-%20LISA/Xerox%20Alto%20and%20Star%20info/XeroxAltoMemoWhy.pdf
  6. Archive.org: Xerox Alto and Star info – https://archive.org/download/applelisadocsandmedia_dtc/APPLE%20SYSTEM%20INFO%20-%20LISA/Xerox%20Alto%20and%20Star%20info/
  7. Archive.org: BYTE Vol6 n8 – https://archive.org/download/BYTE-MAGAZINE-COMPLETE/198108_Byte_Magazine_Vol_06-08_Smalltalk.pdf
  8. Fumbling the Future: How Xerox Invented, Then Ignored, the First Personal Computer by Douglas K. Smith, Robert C. Alexander – 1988 William Morrow & Co – ISBN 9780688095116
  9. Dealers of Lightning: Xerox PARC and the Dawn of the Computer Age by Michael A. Hiltzik – 2000 Harper Business – ISBN 9780887309892

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