GUI Wonderland #2 – Una Galassia di Possibilità – Xerox Star & Daybreak

CATEGORIA: GUI Wonderland

TAGS: Technology

GUI Wonderland #2:
Una Galassia di Possibilità –
Xerox Star & Daybreak

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PUBBLICATO IL: April 16th 2024

Scritto da:

Blisscast

Editing di:

EmeraldDM8

Blisscast


Salve a tutti e benvenuti al secondo episodio della nostra serie GUI Wonderland, che si propone di raccontare la storia e lo sviluppo delle interfacce grafiche presenti nei sistemi e negli ambienti dei personal computer, a partire dal sistema operativo Alto dello Xerox Alto, che abbiamo visto nell’Episodio #1, fino a quelli moderni. Vi consiglio vivamente di dare un’occhiata all’episodio precedente prima di leggere questo, in quanto il sistema che andremo a vedere oggi è considerato il successore dell’Alto, ed è consigliabile che ne sappiate qualcosa prima di andare avanti; non preoccupatevi però, perché farò in modo di linkare le parti più importanti del blog precedente nel caso in cui vengano citate. In questo modo, potrete comunque seguire ciò che viene detto in questo articolo, anche se, per qualche motivo, avete scelto di ignorare il precedente.

Ora torniamo in tema e continuiamo il nostro magico viaggio nel GUI Wonderland scoprendo il destino del successore dello Xerox Alto, solitamente chiamato “Xerox Star”; vedremo come Xerox è riuscita a perfezionare la già impressionante GUI dell’Alto e le sue innovazioni, trasformandola in un vero e proprio sistema commerciale! Dunque, iniziamo.

Xerox Star

Si tratta di un sistema rilasciato dalla Xerox Corporation nel 1981 e sviluppato dall’appena fondato Xerox’s Systems Development Department (SDD) di El Segundo, California; può essere considerato il successore dello Xerox Alto, che finì per non essere commercializzato[ep 1]. Lo Star è famoso per essere stato il primo personal computer disponibile al pubblico con alcune caratteristiche che oggi diamo per scontate, come l’interfaccia grafica a finestre, le icone, le cartelle, il mouse a due pulsanti, la rete Ethernet[ep 1] e molte altre.

Data di rilascio:1981 (8010 workstation)
Discontinuato nel:1985 (perché la workstation 6085 era appena stata rilasciata)
Prezzo di lancio:$75.000 per un sistema di base + $16.000 per ogni workstation aggiuntiva ($257,699.67 + $54,975.93 nel 2024)
Contenuto di un sistema di base:Workstation 8010 Star + un secondo 8010 adibito a server + una stampante laser a pavimento
Memoria:384 KB di RAM, espandibile a 1,5 MB
Archiviazione:Hard disk da 10, 29 o 40 MB e unità floppy da 8″.
Display:17″
Grafica:1024×808 pixel, in bianco e nero, 38.7 Hz
Sistema Operativo:Pilot

Tecnicamente, anche se possiamo sicuramente usare il nome Star per questa macchina, dovremmo notare che quando parliamo della sua prima iterazione commercializzata sarebbe meglio riferirsi ad essa come alla serie “Xerox 8010 Information System”. Cosa significa il nome Star, vi starete chiedendo; vedete, questa serie di macchine era destinata all’esecuzione di un sistema operativo chiamato Pilot, con l’opzione di eseguire una particolare interfaccia utente chiamata Star (insieme ad altre opzioni); come tale, è stata progettata con questo obiettivo in mente, e per questo motivo ha iniziato a chiamarsi Xerox Star.

Proprio come era successo con l’Alto, Xerox voleva creare una macchina per quello che aveva immaginato come “l’ufficio del futuro”[ep 1], fatta apposta per chi aveva bisogno di un computer per svolgere il proprio lavoro ma non era interessato ad averne uno; il computer doveva infatti essere un accessorio utile, non una causa di frustrazione, e si sperava di renderlo il più possibile invisibile all’utente.

Lo Sviluppo

Quattro anni dopo l’introduzione dell’Alto, nel 1977, Xerox volle avviare un progetto per incorporare tutte le innovazioni presenti nell’Alto in un sistema nuovo e più economico, che potesse finalmente essere venduto al pubblico (a differenza di quanto era accaduto con l’Alto); si voleva creare una macchina perfetta per la preparazione dei documenti, che sarebbero poi stati stampati grazie alla costosa tecnologia di stampa laser di Xerox[1]. Dal momento che la macchina sarebbe stata necessariamente molto costosa, Xerox si aspettava di venderla soprattutto alle grandi aziende e ai loro partner commerciali, anziché ai piccoli uffici (che utilizzavano ancora sistemi meno costosi e privi di interfaccia grafica).

Così, per iniziare lo sviluppo di nuove macchine, Xerox istituì un nuovo dipartimento di ricerca, lo Xerox Systems Development Department (SDD) a El Segundo, in California, che aveva il compito di trasformare le invenzioni del PARC in veri e propri prodotti commerciali; tuttavia, una parte di questo team era ancora situata a Palo Alto, poiché alcuni dei suoi membri lavoravano originariamente al PARC, e questo fu un fatto che confuse un po’ la stampa dell’epoca che cercava di capire chi fosse effettivamente dietro la macchina.

A sinistra, Xerox Systems Development Department (SDD)3408 Hillview Avenue Palo Alto, California 94304
A destra, Information Systems Division, Customer Service, Service Education – 701 S. Aviation Blvd. MS N2-19 El Segundo, California 90245

Inizialmente, il team del PARC doveva realizzare una versione a costo ridotto dello Xerox Alto, destinato a essere solo un elaboratore di testi e non una vera e propria workstation, e si sperava di riuscire a produrlo in serie; si trattava di un compito piuttosto difficile, e la macchina rischiava seriamente di non essere sviluppata a causa dei molteplici problemi che la direzione pensava che avrebbe incontrato nel farlo. In seguito, il PARC si rese conto che sarebbe stato meglio evitare di trasformare questa macchina in un concorrente diretto degli altri word processor prodotti da Xerox, in particolare di quelli prodotti all’SDD; altrimenti, la direzione non l’avrebbe mai accettata. Pertanto, trasformarono la loro idea in una vera e propria workstation, ma anche questa proposta non funzionò perché, a quanto pare, la direzione non aveva intenzione di permetterne la commercializzazione; secondo loro, infatti, questo nuovo Alto non avrebbe mai venduto quanto richiesto.

Nel frattempo, nel 1977, alla SDD si iniziò a lavorare su un nuovo sistema, creando un prototipo (il Dolphin, di cui parleremo nella sezione Hardware) di quello che in seguito sarebbe stato chiamato Star. Anche questo rischiava di non essere commercializzato, ma furono fortunati perché un uomo di nome Donald Massaro, a capo della Office Products Division, credeva veramente nel progetto, in un’epoca in cui nessuno voleva avere a che fare con qualcosa che non fosse una copiatrice; come si può immaginare, Xerox cercò comunque di bloccare il progetto, ma Donald Massaro riuscì a salvarlo spendendo i propri soldi al posto di quelli di Xerox (il che ci dà sicuramente un’idea di quanto fosse ricco quest’uomo). Purtroppo, in seguito, Donald Massaro dovette lasciare l’azienda, anche se lo Star riuscì comunque a ricevere un qualche tipo di finanziamento e supporto, per cui possiamo dire che i suoi sforzi non furono del tutto sprecati.

Lasciando da parte le guerre aziendali, ciò che è indubbiamente interessante di questi tempi di sviluppo così travagliati è il modo di lavorare dell’SDD. Infatti, invece di iniziare subito a sviluppare il nuovo sistema, il team trascorse buona parte del primo anno a preparare un documento ampio e dettagliato, chiamato “Red Book”[2]; frutto di numerose riunioni, aveva lo scopo di definire ciò che sarebbe stato presente sulla nuova macchina, come ad esempio la sua interfaccia, e pianificando tutto in anticipo, SDD sperava di rendere il sistema più coerente. Inoltre, per sottolineare ulteriormente quanto ci tenessero alla coerenza, ogni modifica al Red Book doveva essere approvata da uno speciale gruppo di revisione!

A questo punto il team si divise ulteriormente: un gruppo sarebbe rimasto a Palo Alto per lavorare sul sistema operativo sottostante (Pilot) e sull’hardware, mentre altri, sia a El Segundo che a Palo Alto, avrebbero sviluppato l’interfaccia grafica dello Star e le applicazioni previste per il sistema. La cosa impressionante è che, mentre lavoravano su questi aspetti, i team stavano già utilizzando attivamente le stesse tecnologie che stavano sviluppando o includendo nello Star, come ad esempio una che non ci si aspetterebbe, dato il periodo di sviluppo dello Star; infatti, i due team di Palo Alto e El Segundo non avevano bisogno di viaggiare e incontrarsi sempre di persona per scambiarsi informazioni sul lavoro e sui progetti in corso, in quanto potevano comunicare rapidamente e facilmente grazie alla meravigliosa tecnologia che chiamiamo… “Internet”! All’epoca si chiamava solo ARPANET[3] ed era ben lontana da ciò che siamo abituati a vedere oggi, anche se è comunque estremamente affascinante vedere che la stavano già utilizzando!

Oltre a sfruttare Internet, nel realizzare il software per le macchine Star, gli sviluppatori utilizzavano anche le stesse workstation Xerox Alto che erano state appena create, almeno inizialmente; sfortunatamente, a un certo punto, iniziarono ad avere problemi con l’esecuzione del software Star, in quanto gli Alto non erano abbastanza potenti per questo compito. La cosa divertente è che non solo gli Alto erano chiaramente inadeguati, ma anche il processore previsto per le macchine Star lo era! Di conseguenza, si può immaginare che abbiano dovuto apportare molte modifiche al famoso Red Book, alcune delle quali sarebbero poi state implementate nelle versioni successive del sistema; è interessante notare che molte di queste modifiche erano state suggerite da utenti reali che stavano testando le macchine, mentre altre erano solo destinate a migliorare la commerciabilità del sistema. Sfortunatamente, molte delle funzioni previste non furono mai completate in tempo per l’uscita della Star e dovettero essere eliminate; purtroppo, la direzione di Xerox voleva assolutamente che la macchina uscisse non appena fosse stata pronta e non voleva spendere altro tempo per renderla più affidabile e ottimizzata.

Un’altra cosa che fu aggiunta subito dopo il rilascio della prima iterazione dello Star (in una revisione successiva denominata Dandetiger) fu un “kit di strumenti” per costruire applicazioni simili a quelle già realizzate per lo Star, e furono adottate alcune misure per rendere i programmi indipendenti l’uno dall’altro; di solito, se le applicazioni non sono indipendenti e una si arresta, l’intero sistema si arresterà di conseguenza, quindi, facendole funzionare separatamente, si sperava di evitare che ciò accadesse. Quindi, grazie a questi aggiornamenti, si può immaginare che finalmente il software Star potesse funzionare un po’ meglio!

In seguito, nel migliorare ulteriormente il software Star, finirono per modificarlo a tal punto da decidere di cambiarne il nome da Star a ViewPoint, per sottolineare che il sistema che avevano tra le mani era un sostanziale perfezionamento rispetto all’originale; come risultato di questi aggiornamenti, nel 1985 Xerox rilasciò la primissima versione del cosiddetto software ViewPoint, denominata 1.0, insieme a una nuova macchina, la workstation 6085, nota anche come Daybreak (vedremo tutti i vari prototipi e le revisioni hardware dello Star in un’apposita sezione), destinata a succedere allo Star. La Daybreak fu ampiamente utilizzata alla Xerox, prima di essere sostituita dalle workstation Sun (che conosceremo in un prossimo episodio) e dai PC IBM compatibili.

Curiosità:

Sapevate che Xerox ha prodotto anche una versione giapponese dell’8010? Si chiamava J-Star ed era stato prodotto in collaborazione con Fuji Xerox; la cosa incredibile è che era in grado di scrivere sia in alfabeto hiragana che katakana, oltre a disporre di un dizionario di kanji con oltre 6.000 caratteri; di conseguenza, si potevano scrivere circa 80.000 parole con facilità!

L’Hardware

Xerox Dolphin, conosciuto anche come “Xerox 1100 Scientific Information Processor Lisp machine”

Come abbiamo già visto in questo stesso articolo, non esisteva una sola iterazione dello Xerox Star; infatti, non solo si trattava di un gruppo di macchine, ma la più iconica iterazione dello Star, l’8010, era in realtà il risultato di una serie di prototipi di processori non rilasciati! Diamo quindi un’occhiata a questi prototipi.

Tutti i prototipi Star prendevano il nome dalla serie di processori a memoria virtuale[4] , basati sulla CPU Wildflower, che avrebbero dovuto avere e, di conseguenza, creavano una linea chiamata D* (che si pronunciava, come ci si potrebbe aspettare, D-Star); per uniformarsi l’uno all’altro, tutti questi processori avevano nomi che iniziavano con la lettera D, e alcuni sono… sicuramente più spiritosi di altri. 🙂

Il primo, chiamato Dolphin (creato nel 1979 e ufficialmente chiamato “Xerox 1100 Scientific Information Processor Lisp machine”), era estremamente complesso e il suo software era così difficile da eseguire che, a quanto pare, se si doveva riavviare una macchina equipaggiata con un Dolphin, si doveva aspettare più di mezz’ora; in definitiva, era troppo costoso per essere effettivamente prodotto, quindi fu scartato. Nel frattempo, il PARC realizzò il Dorado, il successivo D* (ufficialmente chiamato “Xerox 1132 Lisp machine”); si diceva che fosse quattro volte più veloce dell’8010 “definitivo”(che si chiamava Dandelion) e che sarebbe stata una macchina davvero straordinaria. Sfortunatamente, il Dorado non fu mai pensato per essere commercializzato, in quanto si trattava solo di una CPU montata su rack[5], quindi finì per essere utilizzato per scopi di ricerca. 

Curiosità:

Ne esistevano anche altri, chiamati Dicentra (ideato al PARC), Daisy (ideato all’SSD, ma non fu mai prodotto) e Dragonfly (apparentemente destinato a un sistema di stampa).

Infine, dopo un po’ di tempo, arrivò il primo Star ufficialmente commercializzato, l’8010 (noto anche come Dandelion), che in seguito ebbe una versione migliorata con il nome intelligentissimo di… Dandetiger.

Il Dandelion

Ahem… Vediamo ora alcune delle caratteristiche e delle capacità interessanti del Dandelion; innanzitutto, era destinato a far parte di un “sistema per ufficio” e non doveva essere acquistato da solo; un’unità costava “solo” 16.000 dollari ($54,975.93 nel 2024), anche se, per avere una configurazione adeguata, un ufficio normale avrebbe dovuto acquistare almeno 2 o 3 macchine Star, più due server da collegare via Ethernet (uno per l’archiviazione e l’altro per la stampa dei documenti creati). Si può immaginare che, anche se era senza dubbio conveniente dal punto di vista tecnologico, avrebbe finito per essere estremamente costoso e molte aziende non ritenevano opportuno spendere una tale somma per dotarsi di un sistema Star.

Ciononostante, c’erano alcuni tipi di aziende che avrebbero beneficiato enormemente delle speciali capacità di rete dello Star; infatti, non solo era possibile collegare le workstation Star in tutto il paese (come fecero gli stessi sviluppatori), ma si potevano persino collegare macchine sparse in tutto il mondo (con un Gateway)! Pertanto, lo Star sarebbe stato una scelta straordinaria per molte multinazionali, banche e compagnie di trasporti, che avevano bisogno di comunicare rapidamente con i loro colleghi e desideravano evitare tempi di attesa estremamente lunghi; si trattava di una caratteristica piuttosto impressionante per l’epoca, anche se, sfortunatamente, non molte altre aziende avrebbero fatto un uso adeguato di tale caratteristica.

Oltre a queste meraviglie tecnologiche, c’era qualcosa che tutti coloro che utilizzavano uno Star potevano apprezzare: il suo schermo. L’interfaccia era prevalentemente bianca e il nero era poco utilizzato, in quanto serviva soprattutto a far risaltare facilmente i contenuti selezionati rispetto al resto dell’interfaccia. Inoltre, gli sviluppatori di Star si sono assicurati di evitare le cosiddette “jaggies” (frastagliature); si tratta di un fenomeno che mostra le linee diagonali come scale e che tende a essere molto visibile sugli schermi a ridotto numero di pixel. Sebbene non sia stato possibile evitare completamente questo fenomeno sul display da 72 pixel per pollice dello Star, gli sviluppatori hanno fatto del loro meglio non solo per evitare l’uso di forme e grafiche comunemente affette da jaggies (linee verticali e orizzontali con angoli di 45 gradi), ma anche per prestare attenzione al modo in cui ogni linea interagiva con le texture di sfondo sottostanti (questo per evitare fastidiosi effetti ottici).

Il Mouse

Vi ricordate come l’Alto avesse introdotto un mouse a tre pulsanti[ep 1] per il suo sistema? A differenza dell’Alto, lo Star utilizza un mouse a due pulsanti (mentre l’Apple Lisa ne utilizzava uno solo, ma lo vedremo in un prossimo episodio); il pulsante centrale fu rimosso per rendere il mouse meno disorientante, dato che gli utenti dell’epoca non erano sicuri dell’esatto scopo di tutti quei pulsanti(e pensare che oggi la tendenza è di aggiungerne altri… proprio come il mio mouse MMO con il suo pad aggiuntivo a 12 numeri). Ma ora vi chiederete: non potevano ridurre il numero di pulsanti a uno, come faceva il Lisa? Beh, vedete, ci hanno provato, ma a quanto pare hanno scoperto che, sì, gli utenti non erano più confusi (mi sfugge come ci si possa confondere quando c’è un solo pulsante, ma ok), però gli altri errori sarebbero aumentati in modo esponenziale; perciò hanno deciso di aumentare i pulsanti a due, spostando tutte le funzioni del terzo e centrale pulsante in altri luoghi.

Il Daybreak

Alla fine, nel 1985, uscì anche il sistema Daybreak (la workstation 6085), il successore dello Star di cui abbiamo parlato prima, che eseguiva ViewPoint (di cui parleremo più avanti); la sua configurazione di base aveva 1,1 MB di RAM (espandibile a 3,7 MB), un disco rigido da 10 MB (espandibile a 80 MB), e un display monocromatico da 15 o 19 pollici, e costava 4.995 dollari. Purtroppo non ebbe mai un successore, segnando la fine della linea di workstation iniziata dall’Alto.

Uno dei vari miglioramenti offerti da Daybreak era la possibilità di acquistarlo come macchina indipendente, insieme a una stampante laser collegata; sicuramente sembrava un’operazione meno costosa, soprattutto se si pensa a quanto hardware era necessario per avere un’installazione 8010 decente. Inoltre, il Daybreak offriva persino la compatibilità con i PC IBM grazie a una scheda di espansione basata sul processore Intel 80186, quindi era perfetto se vi servivano programmi aggiuntivi che non potevate trovare su un Daybreak o se dovevate aprire alcuni file creati su quelle macchine. L’unico problema era che non c’era modo di convertire i file da e verso i formati di file del Daybreak, in quanto incompatibili, e di conseguenza non si poteva fare molto con essi. Purtroppo, questo non riuscì a rendere il sistema più popolare e il Daybreak finì per essere una nota a piè di pagina nella storia della tecnologia; infatti, potremmo tristemente affermare che, proprio come accadde all’incirca nello stesso periodo con il Mindset Computer, per rendere famoso un sistema non bastava offrire qualcosa di innovativo, ma era necessario che la propria meraviglia tecnologica fosse compatibile con i programmi di cui gli utenti avevano effettivamente bisogno e che già utilizzavano.

L’Interfaccia Grafica

Dopo aver esaminato l’hardware, diamo finalmente un’occhiata al motivo per cui questo sistema fa parte di questa serie: la sua impressionante interfaccia grafica!

Prima di tutto, l’idea principale era quella di imitare ciò che si trova normalmente in un ufficio, nella speranza che chiunque avesse familiarità con questo concetto trovasse facile usare il sistema. In effetti, la vista iniziale di Star si chiama Desktop; è stata pensata per assomigliare alla parte superiore della normale scrivania di un ufficio; su di essa si possono collocare tutte le attrezzature (come i cestini di entrata e di uscita) o i documenti, che possono essere organizzati facoltativamente in cartelle, proprio come si farebbe nella vita reale (e si può anche ignorare la posizione effettiva del file nel disco rigido o nel floppy disk). Inoltre, per rendere il tutto più realistico, ognuno di questi elementi aveva una propria icona (il cui uso era stato suggerito dal progetto di tesi di dottorato, chiamato Pygmalion[ep 1], di David Smith, che poi andò a lavorare alla Xerox); quando si cercava qualcosa, l’icona rendeva più facile individuare la sua posizione con un colpo d’occhio. Ma se non eravate soddisfatti della posizione dei vostri file sul desktop? Be’, siete fortunati, perché potevate disporre liberamente le icone, che in realtà non erano altro che il riflesso degli oggetti reali sulla vostra scrivania; se volevate, potevate anche rendere il vostro desktop virtuale disordinato come la sua controparte reale, e nessuno ve lo avrebbe mai impedito! Come potete vedere, lo Star Desktop era all’insegna della libertà, un concetto davvero intrigante.

È interessante notare che, a differenza di altre interfacce utente, questa era incentrata sull’idea degli oggetti, e tutto ciò che si trovava all’interno di un programma era composto da oggetti ancora più piccoli; ad esempio, in un elaboratore di testi, qualsiasi cosa, da una pagina a una singola lettera di una parola, era un oggetto, e si poteva interagire con esso facendoci clic con il mouse. Una volta scelto l’oggetto con cui interagire, si poteva premere uno di una serie di pulsanti speciali sulla tastiera, che funzionavano allo stesso modo in tutto il sistema (Sposta, Copia, Apri, Elimina, Mostra proprietà, Uguale (Copia proprietà)), e idealmente non ci si sarebbe mai confusi sul loro funzionamento, anche se si stava usando un programma diverso. Persino il mouse è stato realizzato in modo coerente: il pulsante sinistro del mouse seleziona sempre e quello destro estende la selezione; inoltre, ogni area interessata dal mouse fornisce una qualche forma di feedback quando viene cliccata, in modo da sapere cosa si sta facendo.

Una cosa estremamente insolita di questi comandi è che per stampare un file non si invocava il comando “Stampa”, ma si “Copiava” il file sull’icona della stampante e Star lo inviava ad essa. Allo stesso modo, per inviare la posta, si doveva “Spostare” il documento nel cestino di uscita (da non confondere con il cestino dei rifiuti); anche se capisco la convenienza di avere sempre dei comandi globali, a volte possono confondere, soprattutto se sono piuttosto generici, e considerato che la clientela prevista dello Star li avrebbe usati molto, onestamente non vedo perché non sia stato possibile aggiungere anche “Stampa” e “Invia”.

Diamo anche un’occhiata a uno dei nostri comandi, “Mostra proprietà”; con questo tasto è possibile visualizzare un piccolo menu, chiamato “scheda proprietà”, per ogni particolare oggetto visibile sullo schermo. Modificando queste proprietà, si può modificare facilmente qualsiasi oggetto; ad esempio, si può cambiare il carattere o la dimensione di un paragrafo, renderlo giustificato e così via, il tutto con un semplice clic! Alcune di queste proprietà, come “Giustificato”, avevano un selettore ON o OFF, mentre altre erano semplicemente pulsanti da premere o cursori numerici da scegliere; questo metodo era estremamente semplice da usare, soprattutto se si considerano altri modi di formattazione del testo, che richiedevano di digitare specifiche stringhe di testo all’interno del documento o in un’area speciale dello stesso (un buon esempio, tuttora in uso, è un CSS sheet, ed EmeraldDM8 li ha usati così tanto che scommetto che se li sogna).

Sono certa che la maggior parte di queste funzioni sembrino incredibili, eppure a volte potrebbero essere decisamente “di troppo”; per esempio, cosa succederebbe se aveste bisogno di un file all’interno di una cartella con un milione di altri documenti, e non voleste attraversare lentamente l’elenco? In questo caso, sarebbe stato più semplice digitare ciò che vi serve, piuttosto che impiegare un’eternità per cercare manualmente il file; fortunatamente, gli sviluppatori hanno pensato a questo e vi hanno permesso di digitare il nome del documento per poterlo cercare.

Ora, lasciate che vi mostri qualcosa che trovo sorprendente, soprattutto se si considera che il sistema si concentra così tanto sull’idea di WYSIWYG (“What you see is what you get”, quindi “Quello che vedi è ciò che ottieni”); l’interfaccia di Star è stata organizzata in modo tale da visualizzare solo le opzioni e i pulsanti (presumibilmente) più importanti, mentre il resto era nascosto e bisognava richiamarlo manualmente. Questo fu fatto per rendere l’interfaccia pulita e organizzata, e può essere indubbiamente utile, tuttavia ritengo che sia leggermente in contraddizione con gli ideali alla base del concetto di WYSIWYG; ancora una volta, quando ricordiamo chi era il pubblico di questo computer, anche le scelte più strane hanno senso.

Almeno, lo Star eccelleva in qualcosa di tremendamente utile: ogni volta che c’era qualcosa che non andava nel sistema, si poteva capire quale fosse il problema semplicemente guardando lo schermo, e il computer non nascondeva ciò che stava accadendo. Questo doveva essere molto comodo per gli utenti inesperti che non erano abituati a risolvere i problemi di un computer, e sarebbe bello se oggi i computer fossero un po’ meno criptici nei loro messaggi di errore.

Curiosità:

Sapevate che anche i sistemi Star americani potevano visualizzare gli stessi caratteri giapponesi di un J-Star? In effetti, ogni versione dello Xerox Star era in grado di visualizzare i caratteri della maggior parte delle lingue naturali, anche di lingue diverse, e non aveva alcun problema a modificare i paragrafi contenenti tali simboli. Tuttavia, vi chiederete: come si fa a digitare in quelle lingue se il layout della tastiera non è lo stesso? Per fortuna gli sviluppatori hanno pensato a una tastiera virtuale, visibile sullo schermo, che si può attivare o disattivare e che assegna ciascuno di questi simboli a un tasto della tastiera.

Il Software

Prima di tutto, sebbene possiamo certamente ricordare lo Star per la sua interfaccia dedicata, va notato che questa macchina era anche in grado di eseguire altri ambienti e sistemi operativi, come Lisp (Interlisp) e Smalltalk (che girava anche sull’Alto[ep 1]); queste due alternative permettevano allo Star di fungere anche da server o da macchina per la ricerca e lo sviluppo. Tuttavia, nonostante l’innegabile importanza delle versioni Lisp e Smalltalk, purtroppo non le esamineremo ai fini di questo blog, poiché ci concentreremo piuttosto sul software Star.

Vediamo quindi che tipo di programmi venivano forniti in dotazione con la macchina Star appena acquistata; a differenza di altri dispositivi dell’epoca che richiedevano di procurarsi i programmi da soli, questo sistema era già dotato di una serie di strumenti, decisi in base a quei programmi di cui, in teoria, i clienti previsti da Xerox avrebbero avuto assolutamente bisogno per il loro lavoro d’ufficio. Così, sul nostro nuovissimo sistema Star, potevamo trovare software specialistici come la posta elettronica, un editor di documenti, alcuni programmi per la grafica aziendale e le tabelle, oltre a modi per creare e mantenere un database personale. Tutto ciò sembra decisamente funzionale e accessoriato, giusto?

Eppure, vi ricordate quando, qualche paragrafo sopra, abbiamo parlato di libertà? Vedete, ciò che secondo me andava a discapito di questa meravigliosa idea erano i programmi stessi; infatti, quando si apriva un file, il dispositivo Star sceglieva automaticamente il programma giusto e solo allora avviava il file. Se da un lato questo era sicuramente molto comodo per gli utenti (che, come abbiamo visto, non dovevano preoccuparsi di scegliere, acquistare, installare e lanciare il programma giusto), è anche vero che se, per qualche motivo, si aveva bisogno di utilizzare un programma specifico a cui gli sviluppatori di Star non avevano pensato, beh… pazienza. Anche se a un utente esperto sembra terribile, dobbiamo ricordare che questo dispositivo è stato progettato per un pubblico che sarebbe stato perfettamente felice di non doversi preoccupare dell’esistenza di programmi; per questo motivo, gli sviluppatori hanno pensato che sarebbe stato meglio impostare il dispositivo con queste restrizioni in mente, e concedere agli utenti solo ciò che soddisfaceva le loro necessità. Questo non significa ovviamente che fosse la soluzione ideale, ma si può dire che non avevano tutti i torti.

Il Windowing

A parte gli altri risultati che abbiamo visto in precedenza, c’era qualcos’altro dell’Alto che il software Star aveva finalmente portato al pubblico, ovvero il windowing; mentre l’Alto era già in grado di visualizzare più programmi alla volta in finestre separate[ep 1], dobbiamo ricordare che l’Alto non fu mai commercializzato, e quindi lo Star fu il primo sistema commerciale a offrire questa utile opzione ai suoi utenti.

Ciò che mi ha incuriosito di questa funzione, tuttavia, è stata una domanda difficile e tecnica che diversi sviluppatori si sono posti: le finestre di queste applicazioni avrebbero potuto o meno sovrapporsi? All’inizio, gli sviluppatori di Star pensavano che sarebbe stata una buona idea lasciare che entrambi i tipi di finestre (sia che si tratti di programmi che di menu di proprietà) si sovrapponessero l’una all’altra, in modo che l’utente potesse posizionare le sue finestre in qualsiasi modo volesse; dopo un po’, però, si resero conto che quegli stessi utenti erano abituati a passare molto tempo a ridimensionare le loro finestre in modo che non si sovrapponessero. Alla luce di questo fenomeno, gli sviluppatori conclusero che era meglio consentire solo la sovrapposizione dei menu delle proprietà e di sistema e impedire che le finestre delle applicazioni si sovrapponessero. È curioso che in seguito, dopo l’uscita di Star, si siano poi resi conto dell’errore commesso e, quando hanno rilasciato il successore dell’ambiente speciale di Star, ViewPoint, abbiano finalmente deciso di consentire la sovrapposizione di tutte le finestre, se l’utente lo desiderava.

ViewPoint

Ora che abbiamo visto alcune curiosità sul funzionamento del software Star originale, diamo un’occhiata alle caratteristiche introdotte dal suo successore, ViewPoint!

Prima di tutto, esploriamo la sua versione 1.0, rilasciata nel 1985 insieme al Daybreak. Come era prevedibile, furono introdotti una serie di nuovi programmi, come ad esempio uno che permetteva di disegnare a mano libera; inoltre, come abbiamo già detto quando abbiamo parlato del Daybreak, questa nuova iterazione del software Star ci ha portato l’emulazione del PC IBM grazie alla sua scheda di espansione basata sul processore Intel 80186. Oltre alle novità relative alle applicazioni, furono apportate anche alcune migliorie e modifiche all’interfaccia grafica; ciò avvenne principalmente perché Xerox iniziò a offrire schermi più piccoli e, per adattarsi a tale configurazione, fu necessario ridurre di conseguenza le dimensioni dell’interfaccia utente, per renderla adatta e leggibile.

Dopo aver trascorso 2 ore a sistemare tutto, sono riuscita a fare questi due screenshot, quindi godeteveli.
Inoltre, grazie a questo blog giapponese per la segnalazione!

Qualche anno dopo, nel 1989, con l’introduzione della versione 2.0, furono apportati molti altri miglioramenti; ad esempio, furono introdotti nuovi software, come un programma per illustratori professionisti, chiamato Xerox ProIllustrator. La cosa più incredibile per noi, però, sono state le nuove funzionalità introdotte da questo aggiornamento; prima di tutto, grazie a qualcosa chiamato Shared Books, è ora possibile lavorare sullo stesso documento con qualcun altro che è connesso alla stessa rete! Si tratta innegabilmente di qualcosa di molto semplice e immediato da fare al giorno d’oggi (il nostro team utilizza Google Docs per questo stesso scopo), tuttavia sono certa che all’epoca doveva sembrare una novità assoluta, e che doveva apparire tanto incredibile quanto le numerose altre caratteristiche introdotte da questi dispositivi pionieristici; inoltre, probabilmente per accompagnare questa stessa funzione, agli utenti veniva anche concessa la possibilità di tenere traccia delle modifiche che venivano apportate ai loro documenti, grazie a una funzione denominata Redlining. Infine, ViewPoint 2.0 aggiunse anche qualcosa che deve sembrare minuscolo e insignificante rispetto a quanto appena visto, ma che in realtà è altrettanto importante: gli utenti disponevano finalmente di tasti cursore!

Ora, però, se volessimo trattare solo le versioni di ViewPoint in grado di funzionare su macchine Star, purtroppo dovremmo fermarci qui; infatti, a causa della dismissione delle macchine Star, si decise di spostare tutte le versioni successive di questo software su altri sistemi, come i più diffusi IBM PC-compatibili, e ViewPoint finì per diventare GlobalView.

Curiosità:

Sebbene il progetto GlobalView sia riuscito a continuare per un po’, si è dovuto interrompere nel 1996; la sua ultima versione, numerata 2.1, funzionava come emulatore su vari sistemi operativi molto affascinanti, la maggior parte dei quali, se non tutti, verranno trattati in questa serie di GUI Wonderland (Sun Solaris, Microsoft Windows 3.1, Windows 95, Windows 98, IBM OS/2).

Anche se è spiacevole vedere l’ennesimo progetto andare in fumo, è anche vero che gli ambienti Star e ViewPoint hanno introdotto molte nuove funzionalità che oggi diamo per scontate, e come tali sono sicuramente sistemi da ricordare.

Marketing e Accoglienza

Come abbiamo visto, lo Star dava il meglio di sé quando era abbinato a un certo numero di componenti esterni aggiuntivi (come stampanti laser, altri computer nella stessa rete e file server), mentre il suo principale concorrente, il PC IBM non basato sull’interfaccia utente, poteva funzionare bene da solo o con una stampante meno sofisticata e, per questa semplice ragione, sarebbe stato un’alternativa più economica.

Anche se è probabilmente facile criticare i clienti di IBM per aver scelto un sistema apparentemente più “scarso”, dobbiamo ricordare che un’installazione decente di un sistema Star costava dai 50.000 ai 100.000 dollari; per fare un paragone che tutti possiamo comprendere, all’epoca lo stipendio annuale di un segretario era di soli 12.000 dollari! Quindi, una persona con un budget del genere avrebbe sicuramente preferito un’altra macchina più economica, come il VIC-20 (che costava circa 300 dollari, ovvero 1,030.80 dollari nel 2024), o un economico IBM PC-compatibile; di conseguenza, Xerox non vendette molte unità, e solo 25.000 di queste riuscirono a finire nelle mani dei clienti.

Nonostante i problemi creati dal prezzo elevato (probabilmente giustificato, viste le sue caratteristiche), ce ne furono altri, meno visibili; il primo è strettamente legato al marketing di Xerox, che fu visto come poco incisivo e non abbastanza efficace. Questo purtroppo avvenne per alcuni motivi: infatti, Xerox era più interessata a dedicare maggiori sforzi al settore delle copiatrici, già consolidato e più redditizio, piuttosto che dedicarsi alla scommessa incognita rappresentata dal mercato delle workstation e dei personal computer. Inoltre, sfortunatamente, lo Star era talmente in anticipo sui tempi che sia i rivenditori che i dirigenti aziendali di Xerox avevano a malapena idea di cosa significasse un sistema così meraviglioso. Purtroppo, nel leggere di come venne trattato lo Star non appena era stato rilasciato, è tristemente chiaro che non c’era nessuno che ne capsse veramente l’importanza o l’uso oltre ai suoi sviluppatori, come è anche evidente che non fossero nemmeno interessati a capirli (in verità, erano contrari alla commercializzazione dello Star); ciò che intristisce ancora di più è che i sistemi Star non furono mai utilizzati attivamente all’interno di Xerox, poiché chi aveva bisogno di un computer riceveva uno dei modelli più semplici di Xerox, i sistemi Xerox 820 o 820-II[6] basati su CP/M, che erano già obsoleti quando iniziarono a essere sviluppati.

Tralasciando le questioni strettamente legate al marketing, purtroppo i sistemi Star presentavano alcuni problemi tecnici, che furono risolti solo in parte nelle release software successive; i più fastidiosi erano quelli relativi al file system, in quanto il salvataggio di un singolo file di grandi dimensioni poteva richiedere minuti; inoltre, come se non bastasse, se per qualche motivo il vostro povero Star si bloccava e vedevate il codice 7511 nell’angolo in alto a sinistra dello schermo, allora eravate sfortunati, perché dovevate aspettare ore prima di poterlo utilizzare di nuovo, in quanto doveva prima terminare il suo processo di controllo del file system, che veniva chiamato File Scavenging. Inoltre, anche quando lo Star non si bloccava, richiedeva comunque tempi di riavvio così lunghi da far pensare che gli sviluppatori si aspettassero che la macchina rimanesse sempre accesa; di conseguenza, era necessaria una discreta dose di immaginazione per inventarsi qualcosa da fare mentre si riavviava, o in alternativa si poteva andare a prendere un caffè.

Se pensavate che l’elenco dei problemi finisse qui, allora vi sbagliate, perché aveva ancora più criticità, alcune delle quali abbiamo analizzato nella sezione Software; ad esempio, poiché era disponibile solo un certo numero di applicazioni e non era possibile aggiungerne altre (soprattutto perché apparentemente non c’era modo di programmarne di nuove da zero, dato che il linguaggio di programmazione utilizzato per realizzarle non fu rilasciato pubblicamente se non in un secondo momento), il suo utilizzo era fortemente limitato. Inoltre, il suo software era stato sviluppato prima dell’hardware, il che significava che era scarsamente ottimizzato e che il codice era così coerente e collegato che correggere i bug e migliorare le prestazioni sarebbe stato estremamente dispendioso in termini di tempo[7].

Si può quindi affermare che ciò che ha fatto fallire lo Star è stato il suo prezzo elevato, le sue prestazioni insoddisfacenti e il fatto che non sia mai stato compreso e commercializzato in modo adeguato; è davvero un peccato, perché sono certa che sia chiaro a tutti come questa macchina fosse straordinaria per il suo tempo.

Apple Lisa e Darkstar

È il momento di dare un’occhiata ad alcuni fatti incredibilmente intriganti che collegano lo Star ad altri sistemi dell’epoca; infatti, la curiosità più affascinante sullo Star è che era un concorrente diretto dell’Apple Lisa, poiché quest’ultimo fu rilasciato poco dopo il primo. Durante lo sviluppo dello Star, i membri del team di ingegneri del Lisa videro Smalltalk in esecuzione su un Alto e possiamo affermare con assoluta certezza che questi due fattori sono stati cruciali nel dare forma all’Apple Lisa (che, in ultima analisi, assomiglia in qualche modo allo Star, almeno in alcune delle sue idee di base). Se da un lato possiamo essere contenti che il duro lavoro svolto per Smalltalk sia stato finalmente notato da Steve Jobs in persona, dall’altro è anche vero che chi avrebbe dovuto accorgersene era innanzitutto Xerox; persino la stampa dell’epoca ipotizzava che lo Star avesse preso ispirazione dal Lisa, il che in ultima analisi dimostra quanto poco importasse a Xerox di valorizzare gli sforzi dei suoi team di ricerca. Tuttavia, per scoprire cosa è successo con Apple, dovrete aspettare un po’, perché affronterò meglio questa storia nel terzo episodio di GUI Wonderland, che tratterà dell’Apple Lisa!

Passando oltre, ho anche scoperto che, nel 2019, il Living Computer Museum di Seattle ha rilasciato un emulatore di Xerox Star chiamato Darkstar, che può funzionare sia su Windows (da Vista in poi) che su sistemi Unix; può emulare il Dandelion, e più precisamente le sue versioni numerate 8010 e 1108. Perciò, se volete provare questo affascinante sistema, potete andare sul loro GitHub e procurarvi una copia dell’emulatore; a quanto pare, è anche possibile ottenere con facilità immagini di dischi rigidi già installate, in modo da potersi divertire senza danneggiare la propria sanità mentale, dato che questi sistemi tendono a essere complicati da installare (basta trovare un tutorial per attivare la licenza del sistema, e il gioco è fatto).

Conclusione

Quindi, a quanto pare, la nostra grande avventura nella terra di Xerox è giunta al capolinea, almeno per ora (li incontreremo di nuovo, ma non per parlare di un intero sistema di loro creazione); abbiamo potuto constatare quanto fossero influenti i loro sistemi e abbiamo anche avuto la possibilità di piangere con loro per come sia l’Alto che lo Star abbiano rappresentato una grande opportunità commerciale mancata (voglio dire, le copiatrici sono utili, ma loro avevano sistemi all’avanguardia nei loro laboratori e li hanno sprecati a causa della cattiva amministrazione e dell’ignoranza). A parte le battute, è stato meraviglioso vedere i sogni di questi primi pionieri delle GUI diventare realtà e poi ispirare qualcun altro a continuare da dove erano rimasti, e sono certa che anche voi non vedete l’ora di sapere cosa succederà! Come ho già accennato, nel prossimo episodio daremo un’occhiata all’Apple Lisa e al suo LisaOS, insieme alla sua impressionante interfaccia grafica, quindi spero che vi piacerà.

In ogni caso, prima di andare, non dimenticate di dare un’occhiata alla sezione Approfondimenti alla fine di questo articolo!

Grazie per la lettura e spero proprio di vedervi nella prossima puntata, o in giro per il sito!


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References


  1. Wikipedia: Xerox Star – https://en.wikipedia.org/wiki/Xerox_Star 
  2. History of the graphical user interface – https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_the_graphical_user_interface

Xerox Star

  1. Xerox Star Research – https://web.archive.org/web/20240104235020/https://xeroxstar.tripod.com/ 
  2. YouTube: Xerox Star User Interface (1982) – https://youtu.be/Cn4vC80Pv6Q?si=6UXTW1KGDat7K1SB + https://youtu.be/ODZBL80JPqw?si=RqFXcz-uiKSF2BQ0 
  3. DigiBarn: The Xerox 8010 speaks your language Ver A – https://web.archive.org/web/20230306013208/https://www.digibarn.com/friends/curbow/star/2/index.html 
  4. DigiBarn: The Xerox 8010 speaks your language Ver B – https://web.archive.org/web/20230306013208/https://www.digibarn.com/friends/curbow/star/3/index.html 
  5. DigiBarn: Plug Your Office Into The Future – https://web.archive.org/web/20230306013202/https://www.digibarn.com/friends/curbow/star/4/index.html 
  6. DigiBarn: The Xerox Star, a Retrospective – https://web.archive.org/web/20231009075901/https://www.digibarn.com/friends/curbow/star/retrospect/index.html
  7. Wikipedia: Xerox Daybreak – https://en.wikipedia.org/wiki/Xerox_Daybreak
  8. Archive.org: Xerox 8000 Series Printers & Facsimile Reference Manual – https://archive.org/details/8000seriesprinterandfacsimilereferenceand29mbdiskconsoleservicemanualreva/page/n151/mode/2up
  9. Archive.org: Xerox SDD memos 1978, A Response to the Star LSI Workstation Goals – https://archive.org/details/bitsavers_xeroxsddmeheStarLSIWorkstationGoalsVer1.0Nov78_5185518/mode/2up
  10. Fumbling the Future: How Xerox Invented, Then Ignored, the First Personal Computer by Douglas K. Smith, Robert C. Alexander – 1988 William Morrow & Co – ISBN 9780688095116

Pictures

  1. Acypher: SmallStar (Bitmapped screenshot of Xerox Star) – http://www.acypher.com/wwid/Chapters/05SmallStar.html
  2. Darkstar Emulator running ViewPoint – https://web.archive.org/web/20240309221446im_/https://engblg.livingcomputers.org/wp-content/uploads/2019/01/viewpoint-final-ui-1024×886.png
  3. J-Star – https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhz_T5rdVK-K3tXsDwSGbEyehA0bkur3a0vTQ85SgN7hyphenhyphenbnFtqLDxDluj7SPwgCERnUMBX2x8R_qLs46BipeiF-Doq20gDisNGwRJFbSkaqxaDC0ico70bHLlbTgQl_9gPZgh6MYEF3sA/w640-h442/8012-J.jpg
  4. Palo Alto Research Center – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=http%3A%2F%2Fc.files.bbci.co.uk%2F18246%2Fproduction%2F_99868889_gettyimages-866485.jpg&f=1&nofb=1&ipt=04c3d6f6cc05805efe9b236d448cd80040ecdc494fd0fe719cd20e5af438d796&ipo=images
  5. Featured Image – https://blisscast.wordpress.com/wp-content/uploads/2024/04/02bbc-xerox-star-1796731634.jpgfilenameutf-8xerox-star-1796731634.jpg
  6. Xerox Star inside – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=http%3A%2F%2Fvintagecomputer.net%2Fxerox%2F8010%2FXerox_Star_8010_MCC256_board.jpg&f=1&nofb=1&ipt=3cf26e042a53118870fa906112878a70f1a17309c2b33e8fe14b10b200893713&ipo=images
  7. Many languages at once – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fi.pinimg.com%2Foriginals%2Fec%2Fae%2F16%2Fecae16ccfffcb3acdf3873938e4b5e63.jpg&f=1&nofb=1&ipt=5e096f60610c4b115b6cdd536251ec78c13ca3122f8030e02894c8733ca20da1&ipo=images 
  8. Property Sheet – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fwww.digibarn.com%2Fcollections%2Fsoftware%2Fxerox-star%2Ffigure4-big.jpg&f=1&nofb=1&ipt=9156074840371e9af08c8126dcde41e63f9830c76f2895117df95a82ed332580&ipo=images 
  9. Star GUI 1 – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=http%3A%2F%2Finterface-experience.org%2Fsite%2Fwp-content%2Fuploads%2F2015%2F01%2FIE-Star-3.jpg&f=1&nofb=1&ipt=394910d28ac9ee02f0dfc7e43f84951cf2532c0876420f32cb444542e54d6837&ipo=images 
  10. Star GUI 2 – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=http%3A%2F%2Fwww.digibarn.com%2Fcollections%2Fsoftware%2Fxerox-star%2Ffigure2-big.jpg&f=1&nofb=1&ipt=3f4a47fb7141211d552621b489660aab9700769e4ed1553aab42aac328d3efd7&ipo=images 
  11. Star GUI 3 – http://toastytech.com/guis/starbitmap2.gif 
  12. Xerox Dolphin – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fwww.digibarn.com%2Fcollections%2Fsystems%2Fxeroxdolphin%2FImage11.jpg&f=1&nofb=1&ipt=a483845574f48294f75faa72ab1c9956fcd5f2aef8d546d1f7d4801d85015134&ipo=images 
  13. Xerox Star Mouse – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fintotomorrow.com%2Fwp-content%2Fuploads%2F2016%2F04%2F201444xerox-star-8010-1200jt-1-3.jpg&f=1&nofb=1&ipt=d5c38d481af73ba77dcc7a38f02be1014cd8af1248dadcfa1f69cc6a1c60432c&ipo=images 
  14. Xerox Daybreak – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=http%3A%2F%2Fupload.wikimedia.org%2Fwikipedia%2Fcommons%2Fa%2Faa%2FXeroxWorkstation.jpg&f=1&nofb=1&ipt=7bc8a0c21094456b12e88dad08b1a9e016f9b966c0f8fd368b9821661cd02b86&ipo=images 
  15. Xerox Star ad 1 – https://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/7/78/Rank_Xerox_8010%2B40_brochure_front.jpg?20171101233757 
  16. Xerox Star ad 2 – https://www.digibarn.com/friends/curbow/star/5/index.html 
  17. Xerox Star ad 3 – https://www.digibarn.com/friends/curbow/star/6/index.html 
  18. Xerox Star ad 4 – https://www.digibarn.com/friends/curbow/star/7/index.html 
  19. Apple Lisa – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=http%3A%2F%2Fwww.mac-history.net%2Fwp-content%2Fuploads%2F2007%2F10%2FApple_Lisa_1.jpg&f=1&nofb=1&ipt=e17492515825ba7832993363c7263f8cde701b49bd8e08b374284aaf4a5c71ad&ipo=images 
  20. Xerox Star – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=https%3A%2F%2Fi.pinimg.com%2Foriginals%2F39%2F0b%2Fef%2F390bef7eedca7acd3be5ff1fd0e760c5.jpg&f=1&nofb=1&ipt=2705255a519d508b5632b9c4bee025202af6b1d4f1820a10833391d1f7540499&ipo=images 
  21. ARPANET – https://external-content.duckduckgo.com/iu/?u=http%3A%2F%2Fscihi.org%2Fwp-content%2Fuploads%2F2018%2F01%2FARPANET_-_MILNT_Diagram_1984.jpg&f=1&nofb=1&ipt=165f7e9e35b08e5177226b85a9096e597d322c5d47efc5553b27e1385241e54c&ipo=images

Note

  1. Come già detto nell’articolo precedente, Xerox era prima di tutto un’azienda che si occupava di copiatrici e non era molto propensa a vendere altro. 
  2. Questo non aveva nulla a che fare con i CD.
  3. La sua tecnologia è quella che è diventata la base informatica dell’Internet che conosciamo oggi. È stato creato dall’Advanced Research Projects Agency (ARPA) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. https://en.wikipedia.org/wiki/ARPANET
  4. Si trattava di componenti che consentivano ai software che richiedevano una grande quantità di memoria di essere eseguiti su computer che avevano meno memoria “reale”; questo era molto utile perché all’epoca la memoria era molto costosa.
  5. Una CPU destinata ad essere inserita in un server e non in un case desktop o tower commerciale. https://en.wikipedia.org/wiki/19-inch_rack
  6. Si trattava di sistemi a 8 bit venduti da Xerox negli anni ’80, che eseguivano un sistema operativo chiamato CP/M e non avevano il supporto per gli hard disk. https://en.wikipedia.org/wiki/Xerox_820
  7. Per quanto ne so, per correggere un piccolo errore nel codice avrebbero dovuto sistemare tutte le numerose parti del codice a cui faceva riferimento, e questo avrebbe richiesto molto tempo, sempre che fosse fattibile.

Approfondimenti


  1. DigiBarn: Xerox Star Historical Documents – https://web.archive.org/web/20240104234923/https://www.digibarn.com/friends/curbow/star/index.html 
  2. DigiBarn: The final live demonstration of the Xerox ‘Star’ computer, 1981 – https://web.archive.org/web/20240104235046/https://www.digibarn.com/stories/finalstardemo/announcement.html
  3. Archive.org: Xerox 8000 Series Printers & Facsimile Reference Manual – https://archive.org/details/8000seriesprinterandfacsimilereferenceand29mbdiskconsoleservicemanualreva/page/n151/mode/2up
  4. Archive.org: Vision and Reality of Hypertext and Graphical User Interfaces by Matthias Müller-Prove – https://archive.org/details/mueller-prove-2002
  5. Archive.org: Xerox Star List – https://archive.org/details/@majima-kun/lists/4/xerox-star
  6. Bitsavers: ViewPoint PDFs – http://bitsavers.org/pdf/xerox/viewpoint
  7. Archive.org: Xerox Alto and Star info – https://archive.org/download/applelisadocsandmedia_dtc/APPLE%20SYSTEM%20INFO%20-%20LISA/Xerox%20Alto%20and%20Star%20info/
  8. Archive.org: BYTE Vol6 n8 – https://archive.org/download/BYTE-MAGAZINE-COMPLETE/198108_Byte_Magazine_Vol_06-08_Smalltalk.pdf
  9. Fumbling the Future: How Xerox Invented, Then Ignored, the First Personal Computer by Douglas K. Smith, Robert C. Alexander – 1988 William Morrow & Co – ISBN 9780688095116
  10. Dealers of Lightning: Xerox PARC and the Dawn of the Computer Age by Michael A. Hiltzik – 2000 Harper Business – ISBN 9780887309892

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